Il vermouth: anima aromatica della miscelazione
Un vino che ha imparato a raccontare molto più di sé stesso.
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7/13/20251 min read


Dietro ogni cocktail elegante si nasconde spesso un protagonista discreto: il vermouth. Né alcolico né analcolico, né vino né liquore, vive in una zona intermedia, sottile e raffinata. È il ponte tra struttura e profumo, tra intensità e delicatezza.
Nato in Italia alla fine del Settecento, il vermouth era in origine un vino medicinale aromatizzato con assenzio. Poi divenne aperitivo d’élite, simbolo di stile e cultura borghese. Oggi è tornato alla ribalta, al centro di una nuova ondata di interesse artigianale.
Ogni sorso racchiude un equilibrio difficile: quello tra il vino di base, l’alcol fortificante, lo zucchero e l’infusione di botaniche. Presso la Green Heart Distillery, il Vermut Rubrum incarna questa complessità: un vermouth rosso artigianale, prodotto con una base vinosa umbra e una miscela raffinata di botaniche che spaziano dagli agrumi mediterranei alle spezie orientali. Un profilo aromatico ricco e avvolgente, pensato per la miscelazione ma perfetto anche da solo.
Il vermouth non è mai un ingrediente secondario. È il respiro aromatico del drink, il suo sottofondo armonico. Un vero co-protagonista.
Il vermouth è un vino aromatizzato e fortificato, legalmente composto per almeno il 75% da vino.
A questo si aggiungono:
Alcol neutro per stabilità
Zucchero o mosto concentrato per struttura
Una complessa infusione di botaniche
Tra le erbe e spezie più comuni: assenzio, angelica, chiodi di garofano, scorze di agrumi, genziana. Ma ogni produttore custodisce una ricetta unica.
Nel caso del Vermut Rubrum, la ricetta prevede una sinfonia di 18 botaniche, tra cui: arancio amaro e dolce, fiori d’arancio, assenzio gentile e romano, cacao, cannella, fava tonka, iris, karkadè, mirra, noce moscata, patchouli, pepe garofanato, rabarbaro e sandalo. Il risultato è un vermouth rosso strutturato e profondo, con note agrumate, floreali, speziate e balsamiche, bilanciate da una dolcezza mai stucchevole.
Va conservato in frigorifero, come un buon vino, e consumato entro poche settimane.
In miscelazione trova casa in classici come Negroni, Manhattan e Martinez — ma si presta anche a twist creativi, specialmente se valorizzato da distillati della stessa mano artigianale.